Terza puntata per la serie “Deep” di Birra OV, le one shot caratterizzate dalla confezione bianca (in lattina), prodotte per l’appunto in una sola cotta con ricette sempre differenti. Dopo la capostipite Deep Ink in stile session IPA e dopo la secondogenita Deep Ruis (una american lager) il produttore di Busto Arsizio ha scelto di guardare alla scuola tedesca per realizzare la Deep Smoke.

Smoke, quindi affumicata, quindi stile rauch come Bamberga comanda: queste birre infatti hanno la loro origine nella splendida città situata nel Nord della Baviera (tra l’altro una delle poche risparmiate dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale) e anche questa versione di Birra OV utilizza malti affumicati su legno di faggio provenienti da lì. Ma andiamo a stappare in anteprima la birra che sarà ufficialmente rilasciata a partire dal 6 ottobre.

La Deep Smoke si presenta di colore ambrato tendente al rame con un cappello di schiuma piuttosto pannosa, persistente e di media finezza. Al naso la nota affumicata è – ovviamente – la più rilevante anche se appare piuttosto delicata e per nulla aggressiva. Passata la “ventata” fumé, la birra regala note di pane, cereale e miele di castagno. Sensazioni simili si avvertono in bocca dove l’affumicatura si fa sentire e persiste ma senza quella potenza (o violenza?) che caratterizza le più famose rauch (pensiamo alla märzen di Schlenkerla per esempio).

Il miele e una punta di caramello accompagnano una bevuta che appare facile e scorrevole, un assist per ripetere il gesto da lì a pochi istanti. Sul finire del sorso i luppoli fanno la loro parte dando una nota di freschezza a chiudere il cerchio. L’alcol non è impegnativo, si ferma a 5,5%, e anche questo è un motivo valido per non fermarsi al primo bicchiere. Per eccesso, si può dire che in questi casi sarebbe più adeguata la lattina da mezzo litro (ma sappiamo che poi ci si scontra con problematiche di confezionamento che non ha senso affrontare per una one shot).

Smoke quindi promossa a pieni voti. Per una volta l’abbiamo degustata in redazione coinvolgendo i colleghi, anche quelli meno avvezzi alle birre particolari: il consenso è stato unanime, il commento più curioso ma azzeccato è stato «sa di camino». A questo punto non ci resta che attendere qualche mese, impazienti, per attendere la prossima birra della serie Deep, ma se Cesare Gualdoni e soci dovessero mandare l’affumicata tra le birre in produzione stabile, noi non ci offenderemmo.

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