Il birrificio “50&50” compie dieci anni e lo fa con una festa – il programma in QUESTO articolo di VareseNews – nel cortile della propria sede, in via Merano a Varese tra il 7 e il 9 giugno. Una ricorrenza da celebrare per bene, non foss’altro per i risultati raggiunti negli ultimi anni in cui l’azienda condotta da Alberto Cataldo ed Elia Pina ha centrato una serie di medaglie nei più importanti concorsi italiani ed europei. Tra l’altro con birre e stili diversi, talvolta lontani l’uno dall’altro: una “firma” al lavoro svolto ormai da tanto tempo nell’unico birrificio artigianale che ha lo stabilimento all’interno della città di Varese.

Curiosamente, Malto Gradimento entrò in contatto con Alberto ed Elia poco prima dell’apertura del birrificio, in occasione di un corso organizzato al Barbaresco di Legnano nel quale fummo “compagni di banco”. Il nostro blog ha quindi sempre seguito, passo dopo passo, il percorso di “50&50” ma non aveva mai proposto una intervista doppia tra i due fondatori e le due anime (Alberto quella commerciale, Elia quella produttiva) della brewery varesina. Fino a oggi, fino a qui sotto: buona lettura. 

Di chi fu l’idea di fondare un birrificio? Chi lo disse per la prima volta?

Alberto: «Non ricordo esattamente ma sono piuttosto convinto che l’idea fosse di Elia»
Elia:
«L’idea fu mia, nel senso che lo proposi io dopo una lunga bevuta al Birrificio Italiano dopo la quale prendemmo la decisione di aprire»

Il momento più complicato di questi 10 anni. Esiste la crisi del settimo come nei matrimoni?

A: «Dopo il primo anno di lavoro ci hanno fatto spostare di sede e in quel momento la cosa è stata abbastanza critica. In termini relazionali il fatto di avere una società ha in parte precluso il rapporto di amicizia, che è più limitato».
E:
«Fu il trasloco forzato del birrificio dopo che avevamo aperto da circa sei mesi e dopo un anno di lavori per sistemare il capannone. Non fu ovviamente una decisione nostra e oltre alle difficoltà pratiche dovemmo anche pagare molte spese inattese. La crisi del settimo anno non l’abbiamo avuta: quell’anniversario arrivò durante il covid, un periodo comunque complicato nel quale però facemmo un paio di scelte che si rivelarono azzeccate a partire dall’avvio immediato dell’e-commerce. In quel momento abbiamo anche scoperto di avere uno zoccolo duro di amici che ci ha sostenuto tanto, specie sul territorio»

Qual è la birra di cui sei più orgoglioso?

A: «Ne dico tre: Kalopsia, Man Bassa, Mr. Crocodile»
E:
«Sicuramente la United: fu la birra della ripartenza dopo il covid e ci riportò a respirare l’atmosfera, gli aromi, i rumori e i profumi del birrificio dopo qualche mese di stop forzato. I locali ebbero la possibilità di ricevere la birra a prezzo di costo e fu una mossa apprezzata: sono rimasto legato alle emozioni intorno a quella birra ed è anche una delle IPA che mi piace di più, semplice ed espressiva. Nonostante io sia un bevitore di Pils e adori la Man Bassa».

E quella che non rifaresti?

A: «La IPA con il pompelmo: ci provammo qualche anno fa ma capimmo che non era il massimo, anche a livello di colore che cambiava rapidamente».
E:
«Sicuramente la ConfessionAle, infatti non la stiamo facendo da tempo nonostante diversa gente ce lo chieda. È una birra complicata, difficile da gestire anche per via di luppoli particolari: se la materia prima non è in una forma più che eccellente diventa difficile realizzarla, quindi abbiamo smesso».

E quella che vuoi fare e non hai ancora fatto?

A: «Mi piacerebbe fare una rauch delicata e luppolata: so che è difficile ma sarebbe bello»
E:
«Spero questo inverno di realizzare una fermentazione spontanea. Abbiamo preso anche uno spazio apposito per iniziare a scoprire questo mondo che mi ha sempre affascinato»

Ti aspettavi di ottenere così tante medaglie in Italia e all’estero?

A: «Sì perché siamo consapevoli di quello che facciamo, dell’applicazione che mettiamo – soprattutto Elia – per cercare di avere prodotti sempre al top. Era anche ora, aggiungerei»
E:
«L’obiettivo era quello e come tutti la mia volontà era di “diventare il più bravo d’Italia” che però non è un parametro misurabile. Però all’European Beer Stars siamo stati i migliori italiani l’anno scorso: lo ritengo un concorso di grande peso e quindi ci ha dato grande soddisfazione. Questi premi sono stati il risultato del nostro perseverare, di continuare a credere nel lavoro. Tornando alla domanda: sinceramente non ci aspettavamo così tanti premi ma ci sarebbe piaciuto ottenere questo risultato».

Saluta il tuo socio come lo saluti tutti i giorni

A: «Buongiorno e vaffanculo»
E:
«Uellaaaaaa»

Saluta il tuo socio come non lo saluti mai

A: «… stammi bene e stai tranquillo?»
E:
«Buongiorno signor Alberto. O anche “Alberto e basta” perché non lo chiamo per nome»

Qual è il tuo blog birrario preferito (attenzione a cosa rispondete…)?

A: «Non c’è, senza offesa. Malto Gradimento fa un lavoro apprezzabile perché è fatto per passione e senza secondi obiettivi. Altri che conosco sono spesso disprezzanti, settoriali o molto autoreferenziali e per le nostre logiche è difficile inserirci in certi contesti».
E:
«Malto Gradimento mi piace un sacco perché ha un occhio di riguardo a tutto il mondo brassicolo ma con un’attenzione speciale alla provincia di Varese. Poi cito un forum, l’ormai compianto Areabirra che frequentavo da hombrewer: non esiste più ma ho lasciato un pezzetto di cuore ed è anche “colpa” loro se ho aperto un birrificio».,

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