“Non esiste la IGA, esistono le…”. Rubiamo per una volta la più celebre frase legata alle birre di Lorenzo “Kuaska” Dabove per riassumere in breve la giornata dedicata all’unico sottostile birrario dedicato dal BJCP al nostro Paese, le Italian Grape Ale, che a Ceresole Alba hanno vissuto un momento speciale.

Allo stabilimento GAI, colosso delle macchine imbottigliatrici, sono infatti stati premiati i vincitori del primo concorso internazionale dedicato alle IGA, il coronamento di un lungo percorso iniziato che aveva avuto una tappa cruciale a inizio ottobre, quando la giuria di qualità si è riunita a Torino per degustare le oltre 120 birre iscritte. Quattro i vincitori assoluti, uno per ogni categoria nella quale è stato suddiviso il challenge, con verdetti che ha in qualche modo evidenziato come questo stile sia variegato e anche rappresentativo di tutta l’Italia. Un po’ come accade per il vino, insomma, il parente stretto delle IGA.

CERTEZZE E SORPRESE

Qualche nome (e volto) molto noto nel mondo craft italiano, ma anche tanti birrifici fino a ora poco conosciuti o giovani, che hanno trovato nell’IGA Beer Challenge un primo lampo di notorietà grazie a birre definite lusinghiere dalla giuria. La “copertina” va al birrificio siciliano Alveria e alla sua “Regola Zero” che non solo ha vinto il primo premio tra le IGA acide ad alta gradazione (la R-zero è a 7,5%, il limite minimo per la categoria era fissato a 7) ma si è aggiudicato anche un riconoscimento come birra che meglio ha saputo preservare e mettere in evidenza le caratteristiche del vitigno autoctono (il moscato di Siracusa del quale è stato utilizzato il mosto). foto in alto, la premiazione di Alveria

Vittoria outsider anche tra le acide a bassa gradazione: oro al birrificio agricolo veneto Sorio con la Gargan-IGA che si è concesso il lusso di precedere due grandi nomi della scena nazionale come Birra Perugia e Opperbacco.
Più noti invece i due birrifici che hanno centrato il successo tra le IGA non acide: in quelle a bassa gradazione ha vinto la “Tonda” del milanese Malaspina Brewing mentre in quelle ad alta gradazione l’oro è andato a Cr/ak con la sua “Casana 2018”. In calce all’articolo, tutti i premi assegnati.

La premiazione di Cr/ak per la “Casana 2018”

PRESENTE E FUTURO

La prima edizione dell’IGA Beer Challenge è andata in archivio con una garanzia: la macchina organizzativa per il “secondo atto” nel 2022 è già stata avviata. «Il periodo di pandemia è stato ovviamente particolare: molti birrifici hanno dovuto variare modi, tempi e quantità di produzione e parecchi hanno dovuto rinunciare a iscriversi per mancanza di birre – racconta Guido Palazzo, uno dei principali organizzatori del progetto – Ce lo hanno detto diversi italiani ma anche alcuni produttori stranieri, garantendo comunque di essere pronti per l’anno venturo. Anche alla luce di questo discorso siamo ampiamente soddisfatti della partecipazione di questa edizione di lancio. Avere una giuria di così alto spessore, con all’interno anche esperti provenienti dal mondo del vino, è stato un altro fattore che ha suscitato l’interesse dei produttori: a tutti abbiamo già rinnovato l’invito per il 2022». L’intervista completa a Guido Palazzo, in video, nei prossimi giorni su Malto Gradimento.

La giornata delle premiazioni è stata ricca di appuntamenti: condotto da Marco Jorio con il supporto di Andrea Camaschella, l’evento è stato aperto dal sindaco di Ceresole Alba, Franco Olocco, e dall’ingegner Guglielmo Gai nei panni del padrone di casa. La mattinata ha visto l’intervento del giornalista eno-gastronomico Claudio Porchia e – dopo la cerimonia per le birre vincitrici – la consegna allo stesso Camaschella e a Davide Bertinotti del premio “Libri da Gustare” per il loro “Atlante dei birrifici italiani” (che vi abbiamo recensito in QUESTO ARTICOLO e che potete acquistare CLICCANDO QUI). Infine, a tavola, sono state servite quattro birre artigianali italiane in abbinamento ai piatti tra cui la IGA “Tibir” di Montegioco.

Cat. 1 – Italian Grape Ale non acide, bassa gradazione alcolica (minore o uguale al 7%).
1. Prima classificata: Tonda di Malaspina Brewing (Lombardia).
2. Seconda classificata: Gadduresa di Harvest Sardinian Craft Beer (Sardegna).
3. Terza classificata: White IGA di Fèlsina Birrificio (Toscana).
• Menzione d’onore: Polyphemus di Birrificio dell’Etna (Sicilia).
• Menzione d’onore: Politianus I.G.A. di Birrificio di Montepulciano (Toscana).
Cat. 2 – Italian Grape Ale non acide, alta gradazione alcolica (superiore al 7%).
1. Prima classificata: Casana 2018 di Crak (Veneto).
2. Seconda classificata: Genesi di Birra dell’Eremo (Umbria).
3. Terza classificata: Vulpes Barrel di 61Cento (Marche).
Cat. 3 – Italian Grape Ale acide, bassa gradazione alcolica (minore o uguale al 7%).
1. Prima classificata: Gargan-IGA di Birrificio Agricolo Sorio (Veneto).
2. Seconda classificata: Nature Terra 2019 di Microbirrificio Opperbacco (Abruzzo).
3. Terza classificata: Insolita di Fabbrica della Birra Perugia (Umbria).
• Menzione d’onore: Old River #3 di Birrificio Castagnero (Piemonte).
Cat. 4 – Italian Grape Ale acide, alta gradazione alcolica (superiore al 7%).
1. Prima classificata: Regola Zero di Alveria (Sicilia).
2. Seconda classificata: Merlot Riserva 2017 di Crak (Veneto).
3. Terza classificata: Nature Terra 2020 Cuvée di Microbirrificio Opperbacco (Abruzzo).
• Menzione d’onore: Nature Viva 2020 Terraviva di Microbirrifcio Opperbacco (Abruzzo).

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