Per la prima volta da quando è stato istituto (2009), il premio di Birraio dell’Anno finisce in Umbria. A vincere il trofeo è stato infatti Enrico Ciani, ovvero colui che ha fondato – insieme a Geltrude Salvatori – oltre dieci anni fa Birra dell’Eremo che ha sede ad Assisi. Un’esperienza che oggi, con il riconoscimento assegnato a Firenze, tocca il culmine di un percorso di crescita notevole sia nei numeri sia nella qualità.
La costanza è una caratteristica riconosciuta un po’ da tutto il mondo brassicolo nazionale ai prodotti dell’Eremo, e se è vero che il premio è basato su quanto fatto nel 2023 è altrettanto vero che la candidatura di Ciani arriva da più lontano ed è stata giustamente premiata dai giudici.
Ciani si è tolto il lusso anche di superare Marco Valeriani, mister Alder, l’unico a ottenere ben tre titoli di Birraio dell’Anno nel giro di sette edizioni. Valeriani (che vinse le prime due volte quando era alla guida della sala cottura di Hammer) si è comunque confermato ad altissimo livello, chiudendo secondo nelle votazioni davanti a un altro “semprepresente”, il romano Giovanni Faenza di Ritual Lab (già vincitore nel 2020 e “Birraio Emergente” 2017).
La vittoria di Ciani conferma il periodo d’oro dei birrai del Centro Italia: negli ultimi anni solo Valeriani ha interrotto una serie avviata nel 2019 da Pomposini e Scisciani (del marchigiano MC77) e proseguita dal già citato Faenza, da Luigi Recchiuti dell’abruzzese Opperbacco e ora completata da un produttore umbro. Lontani dal podio i portacolori più vicini a casa nostra (per “nostra” intendiamo il Varesotto di Malto Gradimento): Agostino Arioli del Birrificio Italiano è giunto undicesimo (incredibile come non abbia mai vinto…), Alessio Selvaggio di Croce di Malto 14° mentre l’unico birraio geograficamente varesotto, Schigi D’Amelio (Extraomnes) si è piazzato 19°.
Un oro, in Lombardia, è arrivato però anche questa volta: lo ha conquistato Mattia Bonardi che è stato eletto “Birraio Emergente”, il premio dedicato a quei produttori che hanno aperto l’attività nell’ultimo biennio. Bonardi guida il birrificio Nama Brewing di Treviglio, in provincia di Bergamo, e si è imposto sul teramano Stefano Balestra (Humus) e sull’altomilanese Aris Di Marco di Zona Mosto, che ha sede a Rho e che è già stato protagonista all’ultimo Varese Beer Festival. Vedremo se nei prossimi anni questo terzetto talentuoso manterrà le promesse: chi ha vinto il titolo “giovanile” è già stato protagonista ai massimi livelli. Di seguito l’albo d’oro completo dei due riconoscimenti.
Birraio dell’anno – Albo d’oro
2009: Nicola Perra – Barley – Maracalagonis (Ca)
2010: Valter Loverier – LoverBeer – Marentino (To)
2011: Gino Perissutti – Foglie d’Erba – Forni di Sotto (Ud)
2012: Riccardo Franzosi – Montegioco – Montegioco (Al)
2013: Luigi D’Amelio – Extraomnes – Marnate (Va)
2014: Simone Dal Cortivo – Birrone – Isola Vicentina (Vi)
2015: Fabio Brocca – Lambrate – Milano
2016: Marco Valeriani – Hammer – Villa d’Adda (Bg)
2017: Josif Vezzoli – Elvo – Graglia (Bi)
2018: Marco Valeriani – Hammer – Villa d’Adda (Bg)
2019: Matteo Pomposini e Cecilia Scisciani – MC77 – Serrapetrona (Mc)
2020: Giovanni Faenza – Ritual Lab – Formello (Rm)
2021: Luigi Recchiuti – Opperbacco – Notaresco (Te)
2022: Marco Valeriani – Alder – Seregno (Mb)
2023: Enrico Ciani – Birra dell’Eremo – Assisi (Pg)
Birraio Emergente – Albo d’oro
2015: Matteo Pomposini e Cecilia Scisciani – MC77 – Caccamo SL (Mc)
2016: Conor Gallagher Deeks – Hilltop – Bassano Romano (Vt)
2017: Giovanni Faenza – Ritual Lab – Formello (Rm)
2018: Luca Tassinati – Altotevere – San Giustino (Pg)
2019: Vincenzo Follino – Bonavena – Faicchio (Bn)
2020: non assegnato
2021: Lorenzo Beghelli – Muttnik – Pavia
2022: Mirko Giorgi – Shire Brewing – Pomezia (Rm)
2023: Mattia Bonardi – Nama Brewing – Treviglio (Bg)
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