Ci sono momenti in cui è sufficiente varcare una porta, un ingresso, un cancello, e quel luogo che ti si para davanti e che avevi frequentato anni prima torna a parlarti. Si apre, ti rimanda alla mente i ricordi di allora che sembravano dispersi chissà dove. Una situazione che mi è capitato di vivere nei giorni scorsi a Luino quando ho – finalmente – visitato il nuovo e solo baluardo della birra artigianale nella città di Piero Chiara e Vittorio Sereni.

Il “Bitter” da meno di due mesi ha preso a vivere rilanciando i muri che un tempo ospitavano un pub storico di luino, il “Gambrinus”, nome già di per sé evocativo per chi ama la birra, e locale che ai tempi (pur senza artigianali che io ricordi, ma potrei sbagliarmi) era insieme birreria, micro sala da concerti, punto di incontro e di svago, centro di vita notturna.

La ripartenza del pub è firmata da un personaggio molto attento al mondo della birra artigianale, Davide Salamone (a destra nella foto in alto), che i più conoscono con il soprannome: “Deiv”. Per circa undici anni infatti Deiv ha gestito il “Vidaloca” di Cugliate Fabiasco, locale un po’ sperduto rispetto alle direttrici stradali più frequentate ma molto vivace nella sua proposta e nella partecipazione a eventi del settore.

Ora, dopo averlo “puntato” a lungo, Deiv si è trasferito a Luino (via Dante Alighieri 33) e ha ridato vita al pub più conosciuto della città puntando sulla birra artigianale senza dimenticare la musica e la vocazione a essere un posto aperto a tutti, non solo agli appassionati. «Il Bitter vuole essere un punto di incontro con un’attenzione particolare agli stili tedeschi e belgi ma anche alle birre acide e alle fermentazioni spontanee» ci aveva scritto Davide nei giorni dell’apertura avvenuto lo scorso 10 ottobre.

E in effetti la proposta luinese è molto interessante: dieci vie di cui due pompe, con un forte presenza di birre artigianali italiane e con numerosi stili rappresentati (la nostra scelta: “Bloom” del Birrificio Lariano e “Bloody’Ell” dell’inglese Beavertown). Alle spalle del bancone la vetrina del frigorifero conferma la volontà di Deiv di regalare agli appassionati una scelta ampia e ricercata. Una cinquantina le referenze in bottiglia e lattina (l’elenco è su YHOP) con una bella presenza di geuze e dintorni, oltre a una serie di proposte per chi non può (povero!) o non vuole (pentiti!) bere birra a partire dai cocktail. Solida anche la proposta dalla cucina e, con piacere, la voglia di dare anche spazio alla musica.

Nonostante gli spazi ristretti, come accadeva al vecchio “Gambrinus” (ma anche al suo erede “Red Zone” che ne raccolse l’eredità), non manca il palco allestito accanto alla porta d’ingresso. Certo, bisogna fare i conti con un po’ di casino perché il soffitto è basso e i metri quadrati sono quelli, ma fa parte del gioco. Ed è un gioco a cui partecipiamo volentieri in una città – Luino – che troppo spesso si è addormentata sulla sua bellezza ma che da qualche anno dà segni di vitalità.

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