Sarà anche una bevanda con una lunga storia alle spalle, ma la birra si pone oggi come un prodotto particolarmente inclusivo, tanto che 9 italiani su 10 lo considerano adatto a tutti senza differenze di genere, età, stile di vita o provenienza.

I dati arrivano da un sondaggio condotto da BVA Doxa e commissionato dal Centro Informazione Birra (CIB) di AssoBirra, l’associazione di categoria che comprende i grandi marchi industriali italiani oltre a un drappello di produttori artigianali.

Il CIB propone con cadenza quadrimestrale una “fotografia” sul mondo birrario italiano, redatta attraverso indagini come questa che è la terza realizzata nel 2023. Un’edizione che ha acceso i riflettori sulle cosiddette tematiche DEI (Diversity, Equity and Inclusion) e che ha «analizzato il ruolo della birra e l’impegno della filiera per una sempre maggiore inclusività» (si legge nel comunicato).

L’89% degli intervistati da BVA Doxa considera la birra una bevanda inclusiva, opinione trasversale a tutte le fasce di età in quanto condivisa dalla Generazione Z (chi oggi ha tra i 18 e i 27 anni), dai Millennials (28-42 anni) e dalla Gen X (43-57 anni). Tra le motivazioni, in primis la sua ampia reperibilità in tutti i Paesi del mondo (87%), seguita dalla capacità di creare un ambiente di socializzazione rilassato e aperto (86%). Non è un caso che per il 36% dei rappresentanti della Gen Z e dei Millennials la birra sia infatti la bevanda della condivisione per eccellenza.

Apprezzati particolarmente anche la bassa gradazione alcolica (82%) e il rapporto qualità-prezzo tra i più convenienti in assoluto (81%), che rendono la birra (chiaramente si parla in generale e in questo senso i prezzi delle industriali sono decisivi) una bevanda adattabile a ogni contesto e stile di vita. Per circa il 60% dei consumatori la birra si distingue, inoltre, come un elemento che rispecchia le tradizioni locali e il cui consumo di ampie varietà diventa veicolo per sperimentare anche le diversità culturali.

Il tema “Diversity & Inclusion” risulta conosciuto da quasi tutti i partecipanti all’indagine (87%) e associato prevalentemente alla accettazione e alla valorizzazione delle differenze (39%), all’inclusione sociale (35%) e al riconoscimento dell’unicità individuale (19%). Tra i target, la Generazione Z è la più informata (93%), seguita dai Millennials. Il 36% del campione dichiara di essere personalmente toccato dalle tematiche DEI e, scendendo più nel dettaglio, la Gen Z lo è in misura maggiore rispetto agli altri (50%).

Scorrendo i dati dell’indagine si legge anche che resistono ancora alcuni pregiudizi legati alla birra: il 57% degli intervistati la ritiene più adatta agli uomini mentre il 43% pensa che sia più adatta alle donne. Un divario di genere che si rafforza nella percezione da parte della Gen X (58% vs 39%) ma che coinvolge anche Gen Z (55% vs 41%) e Millennials (59% vs 42%). Alcune differenze emergono anche per quanto concerne le fasce di età: per la Gen Z la birra è infatti più adatta agli individui dai 25 ai 44 anni, per Millenials e Gen X il target si allarga invece ai soggetti fino ai 54 anni.

Andrea Bagnolini – dir. gen. Assobirra

Per rendere la filiera sempre più inclusiva le aziende possono tenere in considerazione alcune iniziative che gli intervistati hanno mostrato di gradire. La prima è quella di garantire un’informazione trasparente sui processi di produzione e sulla provenienza degli ingredienti (50%). Emerge poi la necessità di offrire una gamma più vasta di birre per consumatori che hanno alcuni bisogni (senza glutine, bassa gradazione, basso contenuto di zuccheri) e che devono rispondere a esigenze nutrizionali specifiche (48%). Importanti anche la sostenibilità ambientale e sociale (44%) e la capacità di educare sulla birra, sul suo processo produttivi, sugli stili e le tradizioni di tutto il mondo (39%).

Su queste tematiche Assobirra ha creato nell’ultimo anno un gruppo di lavoro «con l’obiettivo di ragionare insieme su azioni concrete da mettere in campo per promuovere un settore sempre più aperto, equo ed inclusivo» spiega Andrea Bagnolini, direttore generale di Assobirra. «La nostra associazione è fortemente impegnata a promuovere la diversità e l’inclusione nella filiera birraria italiana, seguendo la strada tracciata dai Brewers of Europe. Crediamo nell’importanza di un settore sempre più inclusivo, in cui la diversità sia un valore accolto e condiviso».

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