Il termine “Superlega” è ormai entrato di uso comune dopo il tentato blitz delle 12 squadre di calcio che hanno provato a formare il proprio campionato alternativo alla Champions della Uefa. E non è usato a caso da Unionbirrai, la più rappresentativa tra le associazioni di categoria che comprendono i birrifici arigianali, per spiegare quello che rischia di accadere se passasse un emendamento (l’unico che fa riferimento al settore brassicolo) avanzato sul recente Decreto Sostegni.

«Da Roma giungono notizie preoccupanti» avvisa Unionbirrai dopo aver ricordato che, per varie vicende, i birrifici artigianali sono stati esclusi da ogni tipo di ristoro durante la pandemia. «Ci viene confermato che gli unici provvedimenti di natura finanziaria relativi alla birra artigianale che verranno discussi in Parlamento prevedono l’innalzamento del limite per l’applicazione dello sconto del 40% sulle accise dagli attuali 10.000 a 50.000 ettolitri – si legge nel comunicato ufficiale – Il provvedimento prevede una dotazione finanziaria di un milione di euro e, per quanto di nostra conoscenza, riguarderebbe solo 8 birrifici italiani, ovvero meno del 1% dei produttori presenti sul territorio nazionale».

Insomma, se l’emendamento passasse al Senato, favorirebbe un numero ristrettissimo di produttori, quelli di maggiori dimensioni, e – beffa delle beffe – anche alcune aziende che non sono parte del mondo artigianale. Il provvedimento infatti non è necessariamente riservato ai birrifici che rientrano (per legge!) nell’ambito artigianale e ciò permette che tra i beneficiari ci siano anche piccoli produttori industriali.

Una situazione che ha fatto squillare forti campanelli d’allarme tra i birrai del mondo craft, che oltre al danno causato dalla pandemia (e dalla gestione della stessa) rischiano di subire anche la beffa di un aiuto in via esclusiva a chi ha grandi dimensioni e addirittura non rientra nel settore.

«Unionbirrai ha sempre sostenuto la necessità di avere uno sgravio sulle accise anche per i birrifici aventi produzione superiore a 10.000 ettolitri, ma con una logica di progressività fiscale, che in questo provvedimento sarebbe totalmente assente – prosegue l’associazione di categoria – Un milione di Euro di certo non risolleverebbe le sorti del nostro comparto, ma potrebbe essere una grande boccata di ossigeno per decine di piccole aziende produttrici. Distribuirli a pochi e grossi costituirebbe un messaggio tragico per tantissimi piccoli imprenditori».

Vedremo, nei giorni a venire, se questo allarme troverà una sponda all’interno del parlamento così da ritoccare l’emendamento in modo che l’intero settore – o almeno una larga fetta di esso – possa ricevere un qualche aiuto in un momento estremamente critico.

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