AGGIORNAMENTO del 12 marzo: Baladin ha comunicato di aver raggiunto il tetto dei 5 milioni di euro raccolti in soli sei giorni attraverso il crowdfunding lanciato sulla piattaforma Mamacrowd. Poche ore dopo il nostro articolo (in cui eravamo stati facili profeti) si è così conclusa la raccolta fondi lanciata dal birrificio di Piozzo che è riuscito a convincere oltre 2.300 investitori. «Non potevamo aspettarci una risposta migliore – spiega in una nota Teo Musso, fondatore di Baladin – Aver raggiunto l’obiettivo massimo di raccolta in così poco tempo, ci rende estremamente felici e orgogliosi».
Di seguito il nostro articolo scritto meno di un giorno prima del raggiungimento dell’obiettivo.
Nelle scorse settimane vi abbiamo parlato dell’ultima iniziativa di Baladin, il birrificio fondato da Teo Musso a Piozzo (Cuneo) che è considerato a ragione uno dei più importanti del panorama artigianale italiano, dei quali è stato tra i fondatori. In un incontro svoltosi a Milano, Baladin ha lanciato un crowdfunding – chiamato “Beer Revolution” – per finanziare tre diversi percorsi di crescita.
Un investimento a livello di personale per ampliare la produzione in maniera sensibile, la realizzazione di un pozzo presso il birrificio di Piozzo e l’avvio di un hub di produzione in Brianza con il coinvolgimento di altri sei importanti produttori craft italiani. (foto in alto: il Baladin Open Garden di Piozzo)
Una iniziativa, quella di Baladin, che è piaciuta oltremodo al mercato: se nel primo giorno di apertura del crowdfunding lo scorso 6 marzo la raccolta fondi è arrivata a 2,5 milioni, oggi – 11 marzo – siamo vicinissimi alla soglia massima dei 5 milioni di euro. Ovvero la cifra maggiore possibile per la legge, con questo tipo di operazioni. Per la precisione, nel momento in cui scriviamo (alle 16,30), la quota raccolta è di oltre 4.935.000 euro suddivisi tra una marea di investitori.
I sottoscrittori sono infatti oltre 2.200, la stragrande maggioranza dei quali hanno acquisito tagli di entità ridotta, da 250 ad alcune centinaia di euro. C’è un caso – al momento anonimo, vedremo se più avanti si paleserà – di un investitore molto forte che ha messo sul piatto 1,2 milioni (potrebbe trattarsi di un fondo) e quindi sarà inserito in categoria AA, quella con i maggiori diritti e con un impegno di oltre un milione. Una seconda tranche è andata a un investitore di categoria A (308mila euro) ma, come detto, c’è un enorme numero di piccoli e piccolissimi tagli molti dei quali – è lecito pensare – sono nelle mani degli appassionati di birra e dei tanti fedelissimi di Musso e Baladin. Anche perché, altro dato interessante, sono molto pochi i soggetti che hanno già aderito a crowdfunding di questo genere sulla piattaforma Mamacrowd, quella scelta per l’operazione.
A questo punto, la chiusura della raccolta di Beer Revolution è questione di giorni o addirittura di ore e si può già sottolineare come l’iniziativa abbia riscosso un successo notevole. Ora la palla passerà a Baladin che avrà a disposizione fondi per perseguire gli obiettivi dichiarati e che, a modo suo, ha tracciato una strada ulteriore nel mondo della birra artigianale italiana. Forse non replicabile, in questi termini, ma comunque molto rilevante.
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