Con una comunicazione sui propri canali social, il Birrificio Italiano di Limido Comasco ha spiegato di aver raggiunto il punto massimo della propria produzione. Non per impossibilità a fare di più, ma per una scelta precisa: la storica azienda guidata da Agostino Arioli – uno dei grandi padri del movimento artigianale italiano – ha infatti deciso di non superare i 7.000 ettolitri annui di birra prodotta all’interno della cosiddetta “Officina Alchemica”. Ovvero la struttura che ha sostituito l’impianto delle origini, quello di Lurago Marinone, piccolo centro tra Comasco, Varesotto e Milanese.
Un quantitativo che Arioli e la sua squadra considerano quello ideale perché «contro ogni sfrenato espansionismo abbiamo capito che potremo curare le nostre birre con l’attenzione al dettaglio che vogliamo, quella che è per noi l’artigianalità, solo entro questa soglia».
Il Birrificio Italiano, lo ricordiamo per i meno esperti, è uno dei cinque/sei pionieri che nel 1996 cominciarono a produrre birra in Italia al di fuori del contesto industriale. Il locale di Lurago Marinone divenne presto meta di tanti appassionati che anche grazie all’attività del “Birri” iniziarono a conoscere un mondo fino a quel momento sconosciuto nel nostro Paese.
Per festeggiare adeguatamente il traguardo dei settemila ettolitri annui, lo staff del “Birri” ha scelto di mandare ai fermentatori una cotta speciale, una one shot (quindi una birra prodotta solo in questa occasione) che avrà sull’etichetta proprio il numero 7.000. I birrai hanno utilizzato la Nigredo di base (una birra realizzata con luppoli tostati) concentrata a freddo con metodo eisbock e arricchita con un’aggiunta di anice stellato sottoforma di liquore prodotto dall’abruzzese Scuppoz. Una birra dal tenore alcolico importante, 10%, tutta da scoprire.
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