È la birra barricadera per antonomasia, tra quelle della gamma dell’Orso Verde, con il suo nome, con la grafica della lattina che raffigura una manifestazione di piazza, con quei colori blu e bordeaux, caldi e impattanti. Anche per questo, Birra OV ha scelto la Rebelde come simbolo dell’8 marzo, mettendo la sua american strong ale al centro di un progetto teso a sostenere la lotta alla violenza contro le donne.

Proprio a partire dalla Giornata Internazionale dei diritti della donna, parte del ricavato dalla vendita della Rebelde andrà a favore delle attività di “Differenza Donna”, una associazione nata a Roma nel 1989 e da oltre trent’anni attiva sul campo con l’obiettivo di far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza di genere.

Il denaro raccolto attraverso la donazione del birrificio di Busto Arsizio, concorrerà alla realizzazione di alcuni percorsi di orientamento per la formazione e il reinserimento professionale nel mondo del lavoro di donne che escono da situazioni di violenza fisica, psicologica ed economica.

Secondo quanto comunicato da OV, ogni vendita di Rebelde contribuirà a raccogliere i fondi per “Differenza Donna”, quindi sia quella acquistata nei pub e nei beershop che servono Orso Verde, sia quella in vendita nel sito di e-commerce ufficiale e nello spaccio aziendale del birrificio di Busto Arsizio.

«Come associazione siamo felici di avere accanto a noi il Birrificio L’Orso Verde nella battaglia contro la violenza maschile – spiega la presidente Elisa Ercoli – Schierarsi come azienda in solidarietà con le donne coraggiose e ribelli che escono dalla violenza è un gesto importante che fa la differenza».
Per il marchio varesotto parla invece Marina Roncarolo, responsabile della comunicazione di OV: «Siamo molto felici di questa collaborazione e come donna, sono orgogliosa di poter dare il nostro contributo a Differenza Donna: il mondo brassicolo è un settore ancora molto maschile, sia a livello produttivo, sia di consumi, anche se le donne che si avvicinano alla birra sono sempre di più. Speriamo di poter gettare un piccolo seme che possa attecchire e far crescere il rispetto per la parità di genere».

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