La pubblicazione del volume “Birre d’Italia” di Slow Food Editore, che ha cadenza biennale, è un momento sempre piuttosto atteso a livello editoriale per quanto riguarda il mondo italiano della birra, di quella artigianale in particolare. L’edizione 2021, fresca di stampa, è stata messa a disposizione dei lettori in questi giorni e cita – come già in passato – diversi produttori basati nella provincia di Varese.

La guida è stata curata da Eugenio Signoroni e Luca Giaccone – gli stessi autori del 2019 – e suddivide le menzioni in quattro categorie, due riferite ai birrifici e due alle birre come è spiegato su Cronache di Birra. Per quanto riguarda i produttori, i riconoscimenti sono le “Chiocciole” (per quelli capaci di distinguersi a livello nazionale, per identità e attenzione al territorio) e le “Eccellenze” (i birrifici che esprimono elevata qualità su tutta la produzione). Le birre menzionate invece si suddividono in “Slow” (meritevoli e capaci di incarnare i valori di Slow Food) e “Imperdibili”, quelle cioè particolarmente valide in generale.

Come detto, il Varesotto si è ritagliato un buono spazio sulle pagine della guida che, tra l’altro, quest’anno ha ridotto il numero di recensioni rispetto al passato, meno di 400 rispetto alle quasi 600 di due anni fa, come spiegato dallo stesso Signoroni in questa intervista concessa a Maurizio Maestrelli su “Il Sole 24 Ore”.

Se nessun birrificio nostrano è insignito della “Chiocciola” (quelli più vicini al territorio sono il Birrificio Italiano di Limido Comasco, Croce di Malto di Trecate o il Lambrate di Milano), sono ben tre le “Eccellenze” recensite nel Varesotto: si va dallo storico Orso Verde di Busto Arsizio a una presenza importante come quella di Extraomnes di Marnate (ma “Schigi” D’Amelio su Facebook ha criticato duramente la Guida) fino a un nome relativamente nuovo qual è Vetra di Caronno Pertusella. La classificazione è, come detto, differente rispetto al 2019, ma facendo un confronto si può vedere che da questo novero è uscito The Wall che era invece compreso nelle “Bottiglie” due anni fa. QUI l’articolo sull’edizione 2019

Venendo invece alla categoria delle birre, tra le “Slow” è stata inserita la “Wabi”, storica golden ale inventata da Cesare Gualdoni per Orso Verde, stabilmente consigliata dalla guida Slow Food fin dall’edizione 2011, nelle diverse accezioni.
Più ampia e popolata invece la categoria delle “Imperdibili”: qui Extraomnes è presente con ben tre referenze, la natalizia “Kerst”, la più celebre “Zest” e la “Straff”, una saison dall’alto tasso alcolico.
Orso Verde piazza anche qui una sua pedina, la “Backdoor Bitter”, altro classico del produttore bustocco mentre Vetra è presente con due diverse birra, la pluripremiata “Pils” e la “Saison”. Da sottolineare però anche la presenza del birrificio varesino 50&50 di Elia Pina e Alberto Cataldo, considerato grazie alla “Danko”, la baltic porter della gamma prodotta in Valle Olona.

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