IMG_0388Sarà la Nuova Zelanda la prossima terra affollata per chi cerca luppoli originali e intriganti? Probabile, e qualche effetto comincia a vedersi anche per i non super-addetti ai lavori. Se trend sarà, anche in Italia ci si sta muovendo (il pioniere è stato Bruno Carilli – e chi se no – ma tenete d’occhio, tra gli altri birrifici, anche Etnia del nostro amico Nix Grande…) però la birra di cui vi parlo oggi ha origini britanniche.
La “The Full Nelson” infatti è prodotta a Newport, città gallese non lontana da Cardiff, dal birrificio Tiny Rebel e la sua ricetta prevede l’utilizzo di un luppolo proveniente dagli antipodi, il Nelson Sauvin.

Un ingrediente speciale, che oltre a dare il nome alla birra, si fa sentire una volta stappata la bottiglia decorata con un’etichetta in stile aborigeno: non a caso i produttori ne definiscono lo stile in modo semi-scherzoso “maori pale ale”.
Una birra che, appena versata nel bicchiere, si presenta con una bel cappello di schiuma bianca, piuttosto fine e di buona persistenza. Al di sotto la “Full Nelson” appare con un colore tra il dorato e l’arancio chiaro, sicuramente un bel vedere.IMG_0387

E un bel annusare, perché al naso arrivano le note tipiche del Nelson Sauvin e cioé principalmente il profumo d’uva accompagnato a nostro avviso da altre sensazioni improntante alla dolcezza: melone, banana, agrume non tagliente ma solo di sottofondo completano il bouquet olfattivo della birra. Una volta in bocca però c’è subito la svolta in direzione amaro: note decise e immediate – a differenza di tante altre volte, quando l’imboccamento rimane dolce – che poi curiosamente lasciano breve ma nitido spazio alla componente maltata. Cereali, cracker o crosta di pane, hanno per un attimo il sopravvento prima di lasciare di nuovo spazio al luppolo e al suo amaro piuttosto persistente (ma ripetiamo, non insostenibile).

La “The Full Nelson” è birra piuttosto frizzante, dal corpo esile e dalla grande scorrevolezza in bocca dove lascia una certa pulizia. Bevuta tipicamente estiva, grazie al cielo anche per una gradazione alcoolica bassa (4,8%) che ne favorisce il trangugiamento, in giorni caldi d’agosto (ma non solo) come quelli dell’estate 2015.

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