Ogni mattina Il Post, uno dei giornali online più letti e conosciuti (e, aggiungiamo noi, di qualità) in Italia propone un commento sottoforma di podcast realizzato da Matteo Bordone. Varesino – come noi – classe 1974, Bordone ha affrontato l’argomento della birra artigianale nella sua puntata di ieri, giovedì 16 settembre, lo ha fatto con un certo sarcasmo e in fin dei conti con una buona dose di schiettezza nelle sue critiche.

Critiche non al prodotto perché Bordone lascia trasparire affetto («a me piace molto quella birra lì»), un certo interesse e una buona conoscenza dell’argomento – bensì a quel che sta diventando o che è già diventato il mondo del craft, sottolineando il rischio del complesso di inferiorità rispetto a quello del vino.
«La birra – ha detto il popolare giornalista – soffre di un senso di inferiorità nei confronti del vino e del suo mondo, che ha una comunicazione sempre più affettata negli ultimi anni… E così la birra artigianale tende a produrre birre infinitamente più complesse del gusto del pubblico». Poi Bordone è passato a leggere l’etichetta di una birra recentemente acquistata e bevuta in un locale di Milano, ponendo l’accento sulla terminologia utilizzata, soprattutto su quelle parole («retrolfatazione» su tutti) decisamente poco accessibili a un bevitore occasionale.

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«Perchè devo per forza essere bersagliato con una quantità così esorbitante di puttanate magniloquenti?» è l’affondo di Bordone. «Perché i produttori di birra artigianale non si fanno forza del loro “non essere” quelli dei sommelier, della nobiltà, delle bottiglie da 15mila euro? È come l’alta fedeltà che da metà degli anni Ottanta è diventata un mondo esoterico da cui la gente normale è sparita. Chi produce birra artigianale potrebbe anche “fare meno”: probabilmente sarebbe un bene per tutti». Parole che forse feriranno qualche produttore, addetto ai lavori o (ancor di più?) qualche appassionato ma che rappresentano uno stimolo per ripensare la comunicazione e il modo di accostarsi a questo pianeta che resta bellissimo, ma non senza difetti.

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