Se Varese e il suo territorio sono così legati al mondo della birra, lo devono all’opera di Angelo Poretti e dei suoi immediati discendenti. Al netto dell’utilizzo del suo nome per – legittimi – scopi commerciali da parte di Carlsberg Italia, il fondatore di uno dei più conosciuti marchi della birra italiana e i nipoti che ne raccolsero l’eredità all’inizio del ventesimo secolo, sono tuttora ricordati per aver dato alla azienda una sede meravigliosa.

Il birrificio liberty che si trova all’imbocco della Valganna – il territorio è quello di Induno Olona, il confine con Varese è qualche centinaio di metri più in là – è accompagnato da una villa progettata con gli stessi dettami architettonici: insieme formano un complesso che nel corso degli anni ha ricevuto notevoli e numerosi apprezzamenti. L’ultimo, in ordine di tempo, è di questi giorni perché a occuparsi del Birrificio Poretti e di Villa Magnani è stata Assocastelli, associazione nazionale che raduna i proprietari e i gestori di immobili d’epoca ed edifici storici. 

Assocastelli ha nominato proprio socio onorario l’attuale proprietario dell’area, quindi Carlsberg Italia che – si legge nella motivazione ufficiale – «ha valorizzato la villa Magnani, edificata agli inizi del ‘900 dall’architetto fiorentino Ulisse Stacchini, occupandosi del suo costante restauro e della sua fruibilità rendendola visitabile».

La cerimonia prevista per questo riconoscimento si è tenuta in modalità virtuale e ha coinvolto tra gli altri il sindaco di Induno, Marco Cavallin, e il CEO di Carlsberg Italia, Alexandros Karafillides che a fine anno sarà sostituito dal danese Kaare Jensen pur mantenendo una supervisione sulle attività del gruppo nel nostro Paese.

«Siamo molto onorati di questo riconoscimento che conferma il saldo legame con il territorio del Varesotto, da sempre al centro della strategia e delle attività di Carlsberg Italia – ha commentato lo stesso Karafillides a margine della cerimonia – Siamo convinti, infatti, che il Birrificio Angelo Poretti con tutta la sua bellezza liberty, rappresenti la nostra preziosa eredità storica, artistica e culturale e il compito che ci siamo dati, in linea con gli obiettivi del Gruppo Carlsberg e della Fondazione Carlsberg, è quello di preservarlo, valorizzandolo e aprendolo al pubblico».

Da tempo, in effetti, la multinazionale danese organizza periodicamente giornate di visita e di degustazione (spesso concomitanti con il lancio delle birre stagionali) all’interno del birrificio e della villa soprastante. Iniziative che, ogni volta, impiegano poche ore per andare esaurite, perché il fascino di quella struttura resta altissimo anche per chi non ha né la birra né l’architettura tra i propri interessi principali.

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