Il Nord del Varesotto non è terra particolarmente fertile per la birra artigianale e oggi perde anche un locale che era, sì, una birreria piuttosto tradizionale ma che allo stesso tempo permetteva agli appassionati di trovare qualcosa di più di un semplice frigo “industriale”.

Parliamo de “La Pinta” di Laveno, pub a due passi dal lungolago che ha annunciato lo stop della propria attività dopo oltre un decennio di onorato servizio tra stinchi, patatine fritte, boccali di Hacker-Pschorr ma anche di un frigorifero pieno di quelle che possiamo considerare gateway beer. Bottiglie che magari dicono poco a un cacciatore di novità ma che possono rappresentare quel passo in più per i curiosi che si accingono a scoprire meglio il mondo di malti e luppoli.

In catalogo, di solito, non c’era una gran proposta artigianale italiana (ci ricordiamo, però, alcune Menaresta e qualcos’altro), però la cantina della Pinta proponeva un centinaio di birre diverse, con una certa attenzione al Belgio e ai marchi trappisti, una discreta presenza di tedesche e di inglesi e qualche escursione negli States. Un’offerta che comprendeva una carta ben fatta nella quale trovavano posto descrizioni accurate e utili delle birre dedicate, soprattutto, a chi cercava qualcosa di più di una semplice pils/weizen/stout industriale e ben poco originale. Tra le particolarità del posto, anche la possibilità per i clienti abituali di lasciare in custodia il proprio boccale personalizzato, come avviene per esempio nelle birrerie tedesche. Un benefit molto gradito a chi sedeva spesso ai tavoli di legno di via Garibaldi.

Forse ai lettori abituali di Malto Gradimento – che di solito si appoggiano a locali ben diversi e ampiamente legati al mondo craft – la chiusura di un pub come “La Pinta” non sembrerà una grave perdita, fatto salvo il dispiacere per un locale della ristorazione che non aprirà più i battenti (anche se, a quanto pare, la gestione sarà rilevata da una nuova società). Come detto però, per noi che viviamo da queste parti e non abbiamo particolari alternative in materia, questo è un congedo piuttosto triste.

L’auspicio è che il testimone di Stefano possa essere raccolto da qualche publican appassionato anche alla birra italiana di alta qualità; nella zona ora sono ora attive due beer firm piccole ma vivaci come Ma.Bo. e La Birra del Sandro, e chissà che la loro presenza (e l’influenza dei molti birrifici varesotti di cui parliamo spesso su Malto Gradimento) non riescano finalmente a dare una sferzata craft anche alla Sponda Magra. Intanto, ciao Pinta: qui a bottega ti abbiamo voluto bene.

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