Qualche settimana fa vi abbiamo presentato la nuova birra di Chimay, il marchio trappista che fa capo all’abbazia di Notre-Dame de Scourmont che ha così messo in commercio la quinta referenza del proprio storico catalogo. La Chimay 150 – si riferisce agli anni di attività brassicola del monastero – è caratterizzata dal tappo verde (la stessa tonalità dell’etichetta), da un tenore alcolico molto alto (10%) e da una ricetta della quale non sono stati resi noti tutti gli ingredienti.

La Chimay 150 è ora pronta per andare sul mercato e dal 1° giugno sarà disponibile nel canale Horeca – quello della ristorazione – e quindi abbiamo scelto di anticiparvi la bevuta con una degustazione resa possibile dalla gentilezza del birrificio che ci ha recapitato due bottiglie affiancate da un meraviglioso bicchiere ufficiale.

La “tappo verde” è stata descritta in sede di presentazione come una birra “fresca”, rispetto alle altre della gamma Chimay. E in effetti all’apertura della bottiglia la sensazione si avverte: note erbacee profumate accompagnano il trasferimento della birra nel bicchiere dove la “150” appare dorata, opalescente, con una schiuma bianca, persistente, fine, quasi pannosa. All’olfatto è appunto l’erbaceo il primo descrittore che balza al naso, accompagnato dal miele (acacia?) e in misura più tenue da note floreali e balsamiche (eucalipto).
In bocca si ha subito l’impressione di una birra importante ma anche molto bilanciata: l’alcol è – come promesso – ben nascosto anche se la bevuta non ci è parsa particolarmente “facile”. Al palato arrivano note di frutta gialla – pesca – e albicocca, mentre si conferma quel bouquet speziato, floreale, erbaceo già intuito all’olfatto.
La sensazione più apprezzabile è l’equilibrio che la “150” riesce a mantenere: il tocco giusto di frizzantezza, l’amaro delicato ed elegante che compare al momento adeguato e poi non lascia traccia, la speziatura complessa ma non pesante né pungente.

Abbiamo fatto la nostra conoscenza con la “tappo verde” senza abbinarla ad alcun cibo ma per la seconda bottiglia siamo concordi con le indicazioni date dalla casa madre. Il corpo della “150” può senza dubbio sostenere confronti con formaggi stagionati o piuttosto grassi ma anche con carni rosse, magari cucinate con ricette a lunga cottura. Naturalmente, se dal 1° giugno in avanti avrete modo di assaggiare questa grande novità trappista, restano a disposizione i commenti all’articolo per dire la vostra: vi aspettiamo.

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