Nel corso del mese di dicembre 2021 i consumatori più attenti tra quelli che frequentano i supermercati a marchio Tigros si saranno accorti della presenza di una bottiglia natalizia dall’etichetta intrigante, per chi vive da queste parti: “Birra Varese”. Un prodotto che, naturalmente, ci ha incuriosito e che fa parte di un progetto ben più ampio e capace di “avvicinare” le due sponde del Lago Maggiore nel nome della birra.

PALLANZA E SEMPIONE – Riavvolgiamo il nastro e spostiamoci sulla “sponda grassa” del Verbano, quella piemontese. Lì, fino agli anni Settanta, aveva sede un antico birrificio nato nel 1854 a Locarno che dopo il trasferimento in Italia si era ritagliato uno spazio importante nel panorama nazionale soprattutto con i marchi “Birra Pallanza” e “Birra Sempione” (o “Simplon Brau”).

Una storia che si era conclusa nel 1974 ma che sta sorprendentemente tornando d’attualità. Il merito è di Luca Scolari, nipote di uno degli azionisti del birrificio a inizio anni Settanta: rimettendo mano ai documenti dei nonni, Scolari ha ritrovato una serie di cimeli, carteggi e ricette. Un “tesoro” che lo ha convinto ad approfondire la storia e, quindi, a progettare un rilancio per il quale è stato decisivo l’incontro con Stefano Barone del birrificio “The Wall” di Venegono Inferiore.

Proprio dall’impianto venegonese è iniziata, nei mesi scorsi, la produzione delle nuove “Birra Pallanza” (una pils), “Birra Locarno” (in stile weiss) e “Birra Sempione” (ambrata) per le quali sono state utilizzate altrettante ricette risalenti ai decenni scorsi: grazie anche alle testimonianze di ex lavoratori (bello questo speciale della RSI, la tv svizzera di lingua italiana) si è risaliti anche alla provenienza delle materie prime utilizzate nel vecchio birrificio di Pallanza. Nello studio è compresa anche… l’acqua: la Birra Sempione utilizzava quella del Lago Maggiore “pescata” a 200 metri di profondità; grazie ai dati forniti dall’Istituto idrobiologico di Pallanza, per la produzione delle birre “moderne” sull’impianto di “The Wall” è stata ricreata un’acqua con le caratteristiche chimico-fisiche di allora.

VARESE, CON TIGROS – Ma cosa centra la “Birra Varese” di cui abbiamo parlato all’inizio? E qual è il rapporto con Tigros? Innanzitutto il nonno di Scolari (che ha origini per metà valcuviane e per metà verbanesi) conosceva Luigi Orrigoni, il fondatore della catena varesina della grande distribuzione, con il quale trattò per costruire il primo punto vendita Tigros di Verbania proprio nell’area antistante all’antico birrificio. Da vecchi documenti, poi, è stato ritrovato un progetto risalente al 1960 per creare proprio una “Birra Varese” con tre ricette risalenti al 1953: una è quella divenuta la natalizia a cui abbiamo già accennato, le altre due sono una helles e una rossa che sono state ora brassate a Venegono e che arriveranno sugli scaffali di Tigros tra febbraio e marzo.

Per il momento non sono stati divulgati altri particolari tecnici sulle birre che, per l’appunto, saranno commercializzate nei supermercati della famiglia Orrigoni. A differenza di “Pallanza”, “Sempione” e “Locarno”, già in vendita da qualche mese attraverso canali legati alla ristorazione e alla vendita al dettaglio e tramite negozi specializzati.

LUGANO, PER FINIRE – A completare il panorama si aggiunge un ulteriore omaggio a una città della zona: sarà infatti rimessa sul mercato anche la “Birra Lugano” che chiuse i battenti nel 1990. Il progetto di cui parliamo ha acquisito anche questo brand e le ricette utilizzate dall’allora produttore ticinese, a completare una sorta di “giro dell’Insubria” tra malti e luppoli.

MILLE ETTOLITRI – I primi dati relativi a produzione e vendite – ci dicono – sono soddisfacenti e incoraggianti. Nei primi sei mesi sono stati brassati e messi in commercio 600 ettolitri del terzetto Pallanza-Sempione-Locarno che quindi nel primo anno supereranno i mille ettolitri con una distribuzione che si sta per allargare anche alla Svizzera interna (oltre il passo del Sempione, per l’appunto). Anche la versione natalizia di Birra Varese ha dato i suoi frutti andando esaurita e lasciando presagire per le due “consorelle” in arrivo un buon impatto commerciale. Lo vedremo presto.

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