Ha i contorni dell’SOS l’appello pubblicato sulla propria pagina Facebook dal “Barbaresco”, la realtà presente da anni con due locali a Legnano e Gallarate che rappresenta un vero e proprio caposaldo anche nel mondo della birra artigianale, oltre che del vino e della ristorazione. Basti pensare alle numerose cene e serate dedicate a singoli birrifici, ai corsi di cultura birraria ai quali hanno preso parte molti nomi importanti del panorama italiano o ancora al progetto “Le birre del tasso alcolico” di cui via abbiamo raccontato più volte (QUI per esempio).

Secondo quanto riportato, il “Barbaresco” è a rischio chiusura a causa delle difficoltà collegate alla pandemia – meglio: alla cattiva gestione della pandemia – e a partire dalla settimana prossima (da lunedì 15 in avanti) sarà costretto a ridurre in modo drastico le aperture per l’asporto e il delivery. In particolare i gestori lamentano l’inconsistenza dei ristori promessi dal governo (appena 30mila euro più qualcosina per i singoli soci a fronte di una perdita di fatturato di circa 400mila euro) e alle incertezze legate alla programmazione futura. Una situazione che sta danneggiando in modo molto grave – forse irreparabile – i soci dell’impresa che hanno raccontato così il proprio punto di vista.

«Siamo arrivati al punto che non possiamo escludere la possibilità che il Barbaresco sia costretto a chiudere, forse temporaneamente o forse definitivamente. A partire da settimana prossima il locale di Legnano aprirà solo dal mercoledì alla domenica mentre quello di Gallarate sarà aperto dal lunedì al venerdì; non abbiamo ancora idea su cosa fare nel weekend, appesi a decisioni tra zone arancioni, rosse, gialle, arancioni con sfumature rosse, bianchi a pois neri e giallo fosforescente o qualsiasi altra invenzione che ci sarà comunicata “tempestivamente” il giorno prima».

«Del famoso ristoro per le chiusure natalizie si sono perse le tracce – prosegue il comunicato – La cassa integrazione dei dipendenti arriva senza una scadenza mensile certa, ma a sorpresa senza sapere quale sia il criterio. In virtù di quanto detto è semplice intuire che non è possibile programmare nulla, si rischia di fare debiti senza sapere se il giorno dopo sei aperto o chiuso e a lungo andare lo sfinimento prevale su tutto. Purtroppo i “tenete duro” e “non mollate” per quanto ci facciano piacere e siano più che apprezzati non bastano più e speriamo vivamente che nel giro di pochissime settimane la situazione si risolva una volta per tutte: se così fosse saremo i primi ad aprire con la stessa passione, motivati come sempre, ma se così non fosse, devastati nell’anima e nel morale dovremo salutare e chiudere una parte fondamentale della nostra vita e nel “nostro piccolo” anche della vostra».

Una lezione di Kuaska nelle sale del Barbaresco di Legnano

Allo staff del “Barbaresco”, non può quindi che andare tutto il nostro sostegno (ahinoi solo morale), nella speranza che i propositi di chiusura vengano respinti da un’azione politica forte e rapida. Vale per i ragazzi di Legnano e Gallarate ma, naturalmente, anche per tutto il mondo della ristorazione, di quella birraria in particolare, che tanto ci è caro.

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